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VERSO L'ABBONDANZA...E OLTRE

Siamo tutti in viaggio, un viaggio più o meno consapevole, più o meno piacevole, alla ricerca di una risposta.

Verso l'abbondanza...e oltre

Siamo tutti in viaggio, un viaggio più o meno consapevole, più o meno piacevole, alla ricerca di una risposta.

A un certo punto della ricerca è  possibile ritrovarsi a dover mettere in discussione tutto quello che si è sempre dato per vero e scontato.

Questo crea un immediato stupore e sbigottimento, ed possibile che si manifesti un prima resistenza contro questo nuovo che cerca di farsi avanti, un nuovo che crea un vuoto, vuoto apparente, eppure così simile al vero.

Ci viene chiesto di abbandonare anni di convinzioni, di certezze e buttarsi in questo nuovo spaventa, si crea quello che viene chiamata dissonanza cognitiva: mi rifiuto di aprirmi a nuove conoscenze perché questo potrebbe mettere in discussione la conoscenza  già acquisita.

E’ chiaro che è  molto più comodo e tranquillo aderire al pensiero dominante perché non comporta nessuna messa in discussione e soprattutto nessuna assunzione di responsabilità.

Ci si  de-re-spons-abilizza , “io non capisco loro ne sanno più di me”, seguo ciò che mi viene detto e così facendo non esercito un potere personale, essere Re delle proprie decisioni, Abili nel darsi le risposte.

Mettere in discussione il pensiero dominante crea disagio, questo è il prezzo da pagare quando decidi di cambiare il verso di osservazione. .

Questo vale anche in economia.

Oggi viviamo un evidente crisi di liquidità, manca il denaro per soddisfare vari bisogni, anche i primari, e questo a causa di una contrazione di trasferimento di moneta.

Se la moneta non circola ma si ferma nelle casseforti di pochi, il resto del mondo rimane senza linfa vitale e tutto si blocca.

Come se  il sangue invece di fluire si fermasse in una singola parte del corpo.

Se questo avvenisse il corpo morirebbe e così sta accadendo anche a noi stiamo lentamente morendo a causa  di una scarsa energia vitale.

Ma questo accade perché il denaro ha smesso di avere la sua funzione primaria, si è trasformato da mezzo a bene.

Non rappresenta più una unità di misura di scambio, non equivale più all’insieme dei beni e servizi in circolazione, ma è diventato 100 volte superiore.

Siamo tutti come avvolti da una cortina di nebbia che ci impedisce di vedere oltre e il senso di mancanza ci assale sempre più.

Ma in tutto questo gioco ipnotico, dove la moneta è sempre  più virtuale, dimentichiamo che il vero valore sono i nostri talenti e i beni e servizi che grazie ad essi riusciamo a produrre.

Noi siamo ricchi, ricchissimi di talenti, di beni, di prodotti reali e veri che possiamo mettere a disposizione per scambiarci l’energia necessaria per ritrovarci nel naturale stato di abbondanza che meritiamo per diritto di nascita.

E se fino ad oggi abbiamo rinunciato a soddisfare i nostri bisogni e desideri perché ci mancavano quei foglietti di carta privi di alcun valore intrinseco e proviamo a guardare le cose da un altro punto di vista, possiamo vedere che è possibile scambiarci ciò che esiste realmente al di là del denaro che abbiamo in tasca.

Torneremo così a riprenderci il potere dell’espansione, quella sana, quella che coinvolge tutti, in una danza di cooperazione e non competizione.

Il denaro dovrebbe appartenere alla comunità e avere regalato la sovranità monetaria a soggetti privati ci ha costretti a vedere che parti di noi venivano cedute senza aver nulla in cambio.

Ma questo non funziona, l’energia per natura deve girare.

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