COSA ACCADE QUANDO LA CATENA DEI PAGAMENTI SI ROMPE
Perché se è vero che all’inizio non pagava chi effettivamente si trovava in difficoltà, ora non pagare è diventata una moda, una prassi consolidata.
Cosa accade quando la catena dei pagamenti si rompe
Spesso e non a torto, si considera che la crisi sia anche causata dalla rigidità di erogazione del credito.
Questo è certamente vero, banche e scarsità monetaria hanno una responsabilità importante.
C’è però, a mio avviso, un’altra questione altrettanto critica e ancora più pericolosa e subdola: l’interruzione della catena dei pagamenti.
Perché se è vero che all’inizio non pagava chi effettivamente si trovava in difficoltà, ora non pagare è diventata una moda, una prassi consolidata.
Sono nate figure più o meno professionali che hanno proprio questo scopo, di azzerare i debiti e insegnare a evitare i pagamenti, indipendentemente da quante risorse economiche hai e da quali parole o impegni hai speso.
Esistono nelle librerie manuali d’uso con moduli e istruzioni: come evitare di pagare i debiti e vivere felici.
Ma siamo sicuri che questa prassi, che si sta consolidando sempre di più, funzioni?
Perché è evidente che in questo modo stiamo mettendo in crisi una filiera fatta di fiducia e opportunità.
Perché se fino a ieri le aziende e i professionisti potevano contare sul fatto di vedere onorati i propri crediti e in questo modo poter onorare i propri debiti, oggi l’eccezione è diventato chi paga.
Ma visto che spesso il creditore e il debitore si cambiano di parte diventa chiaro che un giorno non pagherò io e il giorno dopo non sarò pagato.
Ha tutta l’aria di essere una guerra tra poveri dove a guadagnare sono i soliti noti.
Perché la legge del “dividi e impera” funziona sempre e si appoggia sulla mancanza di consapevolezza e di conoscenza, sulle piccole grandi avidità umane e sulla scarsità di visione.
Ma se riusciremo tutti a risvegliarci da questa forma ipnotica imperante e cominceremo a vederci come un corpo unico, dove il tuo cliente, il tuo fornitore, il tuo professionista è un partner e non un estraneo da “fregare”, allora potremo rimettere in circolo quella linfa vitale di fiducia e collaborazione che permette di dare una mano a chi ne ha bisogno e che non obbliga migliaia di piccole imprese a chiudere solo perché qualcuno ,magari più forte economicamente, li ha messi con le spalle al muro negando o ritardando all’inverosimile un pagamento dovuto.
Giusta misura, come ci insegnano i Greci, dove l’economia serva a soddisfare i bisogni della polis e non a creare ricchezza fine a se stessa.