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LE EMOZIONI IN ECONOMIA

Stiamo vivendo una crisi che non ha molti precedenti, dove c’è tanto di tutto.

Le emozioni in economia

Stiamo vivendo una crisi che non ha molti precedenti, dove c’è tanto di tutto.

Ci ha costretti a mettere in discussione non solo il sistema finanziario ma anche molte delle teorie economiche su cui questo sistema si reggeva.

Come sempre ci sono aspetti positivi in ogni crisi che non a caso possono diventare buone opportunità, in questo momento potremmo intravedere un enorme esperimento mondiale dove il sistema economico moderno si rende sempre più palesemente lontano dalla realtà.

Offre il fianco e in questo modo ci dà l’opportunità di guardarlo e verificarne le debolezze.

La domanda sorge spontanea: cos’è che non ha funzionato?

Le scienze cognitive ci possono venire in soccorso e spiegarci che quando dobbiamo prendere delle decisioni molto spesso la parte razionale si fa da parte e si accendono altri riflettori.

E così spesso ci troviamo a fare scelte economicamente irrazionali.

Ma l’irrazionalità capita a caso?

I nuovi studi  ci mostrano che la nostra “scatola” è meno efficiente di quanto pensiamo, e che “l’occhio vede quello che vede anche se sappiamo quello che sappiamo”.

Quindi non possiamo vedere in modo diverso da come vediamo, al di là delle cose che sappiamo perché il nostro cervello mette in atto processi  automatici che “sistemano” l’informazione.

Questo vale anche per le nostre decisioni e scelte, potremmo essere convinti che se dovessimo scegliere  fra A e B la nostra scelta sarebbe la stessa al di là della cornice.

In realtà abbiamo un sistema di preferenze interiore  predefinito che può rendere diversa la scelta in base alla cornice, diventiamo così irrazionali grazie alla nostra parte emotiva.

Quindi?

Naturalmente non esiste un essere totalmente razionale, a tutti parte una risposta emotiva.

Più razionale non è chi non prova emozioni ma è chi ha una migliore relazione con i propri processi cognitivi, colui che agisce conoscendo i propri condizionamenti emotivi e i proprio meccanismi mentali.

Interessante “vedere” le cose da questo punto di vista, spostare l’osservazione ci offre la possibilità di vedere oltre e di non cadere nelle trappole mentali che fanno arricchire le grandi multinazionali che di questo si occupano da sempre.

Detta così potrebbe sembrare difficile, ma in realtà come sempre basta sporzionare il complesso e renderlo semplice.

La prima  mossa che mi sorge spontanea è prendermi il TEMPO, tempo per comprendere, per scegliere, per verificare se sto dando retta a un bisogno o a una necessità.

So che questo TEMPO  prezioso va contro un meccanismo quotidiano ormai così scontato che passa sotto la soglia della consapevolezza.

Oggi la fretta, la scarsità di tempo, si traduce in un troppo, troppa velocità, troppi impegni, trappa paura, troppe informazioni che non riesco a sistemare, a digerire, ad assaporare.

E quindi forse è tempo di togliere e non di aggiungere.

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