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MISTICA DEL DENARO

Partirò da una storia perché credo...sento...che sia una storia che credo possa riguardare alcuni di voi.

Mistica del denaro

Partirò da una storia perché credo..sento..che sia una storia che credo possa riguardare alcuni di voi.

Ho iniziato a occuparmi di denaro a 19 anni, quando sono entrata in banca.

Credevo fosse una sorta di gioco e che nel giro di pochi mesi mi sarei  licenziata e con il malloppo" guadagnato avrei fatto un viaggio e inseguito il mio sogno.

Nella realtà non è stato così, per fare questo passo ci avrei  impiegato più di 20 anni...

Sentivo che la banca non era proprio il mio posto, il mio lavoro e che  tante cose mi stavano strette ma prima di riuscire a sganciarmi e dire  basta ho dovuto attraversare molte strade, spesso in salita.

E poi un giorno il disagio e' diventato talmente forte e insopportabile che ho detto basta e in banca non sono più tornata.

E' stato un momento forte, intenso, lo ricordo come una sorta di parto  e ho rivissuto la sensazione di leggerezza e felicità che avevo provato alcuni anni prima partorendo Adele, mia figlia.

Non sapevo assolutamente cosa avrei fatto, avevo le risorse necessarie per poter non lavorare per un anno e così mi sono concessa il mio tempo.

Non so se sia stato un atto coraggioso o solo incosciente, so che ho  dato ascolto a una voce interiore che oggi chiamerei cuore ma che al tempo non sapevo definire, e che con forza mi ha spinto via da quella  che molti avrebbero chiamato una zona di confort ma che per me era diventata zona off limits.

In molti non hanno capito, condiviso la mia scelta, sono stata chiamata incosciente, egoista, "come potevo anteporre il mio piacere personale rispetto al benessere economico della mia famiglia?"

Non è stato facile non farmi schiacciare e risucchiare da tutto questo  e oggi posso dirvi che non avrei potuto fare scelta migliore, migliore  per me , per la mia famiglia e per il mondo intero.

Questo mi ha insegnato molto sull'importanza del separare le credenze  altrui dai nostri sogni.

E così e cominciato il mio viaggio, la mia seconda vita  lavorativa... mi sono concessa... permessa … regalata, una seconda possibilità.

E ho scoperto quanto sia generoso l'universo quando segui il tuo flusso.

Non sapevo cosa avrei fatto, non sentivo di avere talenti particolari,  avevo sempre lavorato in banca e avevo solo un certezza:  in banca non sarei più tornata.

Ho lasciato che il tempo mi facesse da mentore e ho cominciato ad  esplorare il mondo.

Se dovessi tradurmi  con una immagine mi rivedrei come una bendata che  a tentoni cercava il suo albero.

Ma un albero cos'è se non il risultato di un seme?

E il seme è arrivato, alcuni mesi dopo grazie ad una amica, una  imprenditrice di Forlì.

Passeggiavamo al mare con le nostre due bimbe piccole, le dicevo che a settembre avrei dovuto cercarmi un lavoro, il mio tempo di autonomia  era in scadenza.

Lei mi guarda e dice : Dani tu conosci la banca perché non insegni a noi imprenditori come gestire il rapporto con la banca?

Io ho sgranato gli occhi e mi sono chiesta se avesse preso un colpo di  sole!

Che idea bizzarra!

Nessuno faceva questo lavoro, e nessuno ne sentiva  il bisogno, e poi io con la banca avevo chiuso, le ho detto.

Vi ricordo che era l'anno 2000 i casi Parmalat, Cirio, dovevano ancora arrivare.

Ma intanto il seme era stato gettato e evidentemente ha trovato terreno fertile perché nei giorni successivi ho cominciato a notare come certe immagini prendevano forma: mi vedevo in banca, nel mondo  che avevo lasciato, responsabile dell'ufficio fidi e mutui della filiale.

Da me venivano le persone che dovevano chiedere un mutuo o un fido e attraverso queste immagini ho ricordato la frase che la maggior parte delle persone mi diceva: faccia lei Daniela tanto io non capisco niente.

E qui è arrivata la prima intuizione:  nessuno entra in un qualsiasi negozio e chiede al commesso di vendergli il cappotto che vuole, come mai i clienti in banca si comportano così ?

La banca non è in fondo un negozio che vende e acquista denaro?

E la risposta è arrivata presto :  in banca si parla un linguaggio,  il “banchese”  e le persone non lo conoscono anche perché nessuno lo insegna.

E così ho deciso di farlo io, di diventare una banking trainer, una  allenatrice del “banchese”.

Sono stata la prima in Italia, il seme aveva germogliato.

E così è cominciato il mio percorso di formazione, o meglio di  in-formazione.

Ho preparato il mio primo corso proprio basandomi su tutte quelle  situazioni che avevo visto accadere in banca, ricordando le domande  più frequenti, visualizzando le prassi di comportamento che vedevo ripetere da tanti e che spesso erano appoggiate a credenze sbagliate.

Sono partita dal tema della conoscenza, il primo punto essenziale per  me era portare conoscenza su un tema che vedeva la maggior parte delle  persone sprovviste degli elementi di base per poter gestire il  rapporto con la banca e con il denaro in modo equilibrato e consapevole.

Ho cominciato a tenere i primi corsi ( oggi sono più di 700), con un obiettivo : rendere semplice un tema considerato complesso.

Molte cose sono successe in questi anni...e se dovessi riepilogare  tutto con una parola direi...grazie.

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