SCENARI DI ORDINARIA FOLLIA FINANZIARIA
Se non fosse una questione seria che mette in gioco il risparmio e il lavoro di tante persone verrebbe da ridere e da chiedersi se non c'è un problema di bipolarità.
Scenari di ordinaria follia finanziaria.
Sulle prime pagine dei giornali leggiamo a giorni alterni frasi del tipo:
Le nostre banche sono solide hanno superato lo stress test...e via con il rialzo in borsa.
Il giorno dopo: le nostre banche sono deboli.. poco patrimonializzate… e giù il titolo il borsa.
Se non fosse una questione seria che mette in gioco il risparmio e il lavoro di tante persone verrebbe da ridere e da chiedersi se non c'è un problema di bipolarità.
Ma cosa significa superare lo stress test?
Significa che le banche dovrebbero dimostrare di poter superare indenni prove congiunturali future.
Ce lo dice un dato: common equity tier 1(CET1) chiamato a indicare il grado di solidità di una banca e esprime il rapporto fra il capitale versato e gli investimenti a rischio.
Tanto più è alto questo parametro tanto più la banca è considerata sicura.
Ora potrebbe essere interessante capire un po’ meglio cosa sono questi investimenti a rischio.
E soprattutto chi sono i debitori.
Se pensate che il debitore sia il macellaio sotto casa ebbene forse dovreste rivedere l'idea.
Le cosiddette microimprese, 97% del nostro tessuto, o la famiglia che non riesce a pagare il mutuo è un rapporto minimale rispetto all'ammontare dei crediti a rischio che invece sono a capo di poche e grandi imprese.
Ora la domanda che sorge è: ma allora di cosa parliamo?
Un tessuto economico è considerato a rischio perché la quasi totalità dei crediti a incaglio è a capo di poche aziende, ma cosa pensavano i dirigenti delle banche quando hanno erogato i crediti?
La contrazione del credito spalmata sulle spalle delle piccole medie imprese ha bloccato la naturale espansione dell’economia reale basata sulla produzione di beni e servizi.
Molte aziende anche sane sono state costrette a chiudere per mancanza di linfa vitale.
Senza una economia reale in grado di manifestarsi non possono esistere banche sane.
E oggi viviamo un ulteriore paradosso: le banche sono piene di liquidità ma non ci sono aziende che possono investire.
Sorge il dubbio di aver perso il treno dell'economia basata sulla conoscenza e sul buon senso.